La Consultazione psicologica con lo psicologo esperto in sessuologia è un primo passo per conoscersi meglio ed imparare a comprendere le proprie dinamiche emotive ed affettive, e per ristabilire quegli equilibri necessari ad una serena vita sessuale.
Ascolto, consultazione e sostegno psicologico sono le prime indicazioni per meglio comprendere la situazione e individuare come muoversi in direzioni risolutive.
In alcuni casi un percorso psicoterapico può essere di aiuto a liberarsi dalla dipendenza
Profondo disagio psicologico, correlato all'appartenenza ad una minoranza sociale in un contesto ostile. Può causare forte sofferenza psicologica, Disturbi dell'ansia, Depressione o comportamenti autolesivi. Chi ne soffre può assumere atteggiamenti negativi anche verso la minoranza cui appartiene. Si parla ad esempio di Omonegatività per riferirsi ai vissuti negativi e di rifiuto che una persona con orientamento omosessuale può provare per gli omosessuali stessi a causa del minority stress che impedisce di vivere serenamente la propria condizione omosessuale
La disprassia è disturbo evolutivo della coordinazione motoria (DCD) che comporta difficoltà nel compiere gesti coordinati e movimenti complessi non determinata da “cause mediche”. I genitori osservano difficoltà ad allacciarsi le stringhe delle scarpe, a vestirsi seguendo un ordine funzionale (ad esempio iniziando dalla biancheria e non dalle scarpe) oppure la tendenza ad inciampare o a sbattere contro spigoli e porte.
In età scolare si evidenziano difficoltà nell’uso dello spazio grafico (quaderni in cui la scrittura inizia a metà foglio, pagine saltate, scrittura stentata e con caratteri di grandezze varie …) e nella manualità fine, a mettere in ordine le fasi di un racconto, insieme a difficoltà linguistiche che i genitori forse avevano già intravisto.
I disturbi specifici del linguaggio sono difficoltà che riguardano la comprensione e la produzione di parole e/o frasi. Si definiscono disturbi “specifici” perché non sono causati da compromissioni organiche, cognitive o psicologiche. Possono quindi riguardare le situazioni in cui si osservano bambini o bambine che non parlano o iniziano a “parlare tardi”. Capire quando si è di fronte ad uno di questi “ritardi” non è semplice perché i tempi di apprendimento di questa competenze sono soggettivi e legati agli apprendimenti di altre aree, come quella senso-motoria, cognitiva, emotiva ed affettiva, relazionale. In modo generico e puramente indicativo si può dire che si osserva solitamente la comparsa della “parola frase” attorno all’anno di età e attorno ai due la comparsa delle prime frasi composte. Se questo non avviene è consigliabile una valutazione neuropsichiatrica dello sviluppo per individuare la compresenza di altri eventuali problemi e una visita logopedica.
Si parla di dipendenza affettiva quando una relazione viene vissuta come irrinunciabile e toglie spazio in modo estremo all’autonomia personale. Chi vi è convolto perde la capacità di compiere scelte e ha bisogno dell’altro per le proprie decisioni. Solitamente è presente intensa paura di essere abbandonati e costante bisogno di rassicurazioni, Le relazioni di questo tipo vengono mantenute anche quando generano molta più sofferenza che benessere.
Tra i comportamenti di autolesionismo (causare intenzionalmente danno e/o dolore fisico alla propria persona), il cutting, procurarsi dei tagli, è attualmente la modalità più diffusa. Si tratta di comportamenti che tendono a manifestarsi dai 12 anni in su, che vengono nascosti agli adulti e a volte mostrati ai pari con immagini postate sui social. Spesso i e le giovani ricorrono a questi agiti per alleviare un malessere o un disagio psicologico o emotivo. Da un certo punto di vista l'autolesionismo rappresenta un modo per dare una forma e una visibilità ad un dolore. Il dolore causato dalla ferita prende il sopravvento mandando in secondo piano la sofferenza psicologica e provocando emozioni intense che possono dare anche un senso di euforia e/o piacere.
Il genitore che ne viene a conoscenza deve evitare di intervenire sull’onda delle reazioni emotive che tale comportamento può causare, evitando di giudicare, comportamento che porterebbe alla rottura della comunicazione. La via migliore per portare il proprio aiuto è l’ascolto; dimostrare sincero interesse per lo stato d’animo del proprio figlio/a ed accoglienza.